venerdì 23 dicembre 2011

UN ALTRO MODO DI GOVERNARE LE AZIENDE: UN INCONTRO SU PRATICHE DI CAMBIAMENTO.

L'ASSOCIAZIONE DONNESENZAGUSCIO

invita a un incontro alla Casa di Vetro,

via Sanfelice 3, Milano

giovedì 19 gennaio 2012, 18.30-20.30

UN ALTRO MODO DI GOVERNARE LE AZIENDE: PRATICHE DI CAMBIAMENTO

Oggi nel management ci sono donne che in questi ruoli hanno manifestato una visione diversa e un atteggiamento orientato al cambiamento, da cui discendono una diversa concezione dell’azienda e delle regole del suo funzionamento. Portano con sé consapevolezze che orientano il loro agire. Hanno così sviluppato pratiche innovative, mostrando che le loro idee non sono impossibili da attuare: sono state realizzate, e con beneficio per chi lavora e per l'azienda.

Proponiamo di parlarne partendo da alcuni nodi che toccano specificamente le donne: l'organizzazione del lavoro, innanzitutto, ma non solo. E' possibile modificare la rigidità insensata dell'organizzazione attuale? Trovare soluzioni a bisogni immediati, ma che agiscano sul cambiamento della cultura aziendale? Dare valore all'identità intera delle donne, nella maternità e nel lavoro al tempo stesso? Aprire l'accesso ai posti qualificati? E non dovervi rinunciare per una scelta di vita completa?

Abbiamo trovato aspetti interessanti nell'esperienza di alcune donne manager:

ANNA DEAMBROSIS, Direttore Tutela della Persona e Risparmio, Reale Mutua,Torino

PATRIZIA DI PIETRO, HR Director, GE Capital, Milano

PINA GRIMALDI, Direttore Organizzazione e Sistemi, Centro Direzionale Fatebenefratelli, Roma

ALESSANDRA RIZZI, Chief Operations Officer, Randstat Italia, Milano

Ne parliamo con loro, senza alcuna intenzione di proporre 'best practices' né modelli risolutivi da riprodurre. Vogliamo vedere come ognuna ha aperto spazi di cambiamento nella realtà aziendale. Vogliamo ragionare sui criteri, i modi, le possibilità.


LUISA POGLIANA - Presidente
Donnesenzaguscio
_______________________________________

Riportiamo qui l'intervento di Luisa Pogliana di introduzione all'incontro e alle sue ragioni.

La proposta è parte di un lavoro più ampio che stiamo portando avanti, noi di Donnesenzaguscio. Che sviluppa un nodo problematico emerso da un mio lavoro precedente sull'essere donna e manager: l'ambivalenza di molte donne manager rispetto all'assumere in azienda i ruoli decisionali più alti, i ruoli definiti 'di potere'. L'ambivalenza sta in questo: da un lato vediamo che molte donne nel management non si sono adattate ai modelli consolidati, ed hanno invece portato un diverso modo di concepire l'azienda e il modo di dirigerla; dall'altro lato, il potere in azienda è detenuto sostanzialmente da uomini, e viene esercitato secondo concezioni e modalità maschili, che le donne non condividono. Sentono, rispetto a questo, un'estraneità che porta a chiamarsene fuori.

Questo è sicuramente positivo, perché esprime un giudizio netto e necessario, e una volontà di non adeguarsi. Ma in questo modo succede che coloro che oggi esercitano il potere continuano a riprodurre una certa idea dell'azienda e delle regole che la governano. Ci siamo chieste allora come aprire più spazi a questo nostro orientamento nei contesti aziendali. Perché non ci interessa contendere questo potere, ma ci interessa poter guidare l'azienda in un modo che riteniamo migliore, e possibile.

Questa premessa serve a collocare le esperienze che proponiamo questa sera nella prospettiva in cui si inseriscono. Una prospettiva politica, costruita su una diversa concezione dell'azienda.

L'azienda è vista come un bene comune, fatta da tutti gli attori coinvolti. Un luogo dove convergono portatori di interessi diversi ai quali -tutti- bisogna dare il loro ritorno: la proprietà dell'azienda e ugualmente le persone che vi lavorano. Nella convinzione che non siano necessariamente incompatibili, che è possibile “fare il bene dell'azienda facendo il bene delle persone”. Una concezione che si oppone a quella affermatasi in questa fase di finanziarizzazione delle aziende: in azienda conta e deve prevalere solo l'interesse di una parte, l'interesse di chi detiene quote di proprietà.

Il senso del pensiero e dell'agire di queste donne, è che alla cultura di potere con cui oggi le aziende sono dirette, sostituiscono invece una cultura di governo. Che significa un orientamento a prendersi cura del bene di tutte le parti in gioco, cercando le mediazioni necessarie. E' questa idea che molte donne hanno portato nei luoghi decisionali delle aziende, riuscendo ad influenzare in qualche modo le politiche aziendali. Mostrando che molto si può fare, pur con tutti i vincoli, nel momento e nel luogo dove ci si trova.

La proposta di questa sera è dunque vedere come alcune donne in ruoli decisionali, partendo da sé e dalla propria visione, hanno saputo e potuto agire sulle politiche aziendali.

Abbiamo pensato di cominciare dall'organizzazione del lavoro, soprattutto rispetto alla maternità, e da altri ostacoli ad un pieno sviluppo professionale delle donne. Non perché le donne manager in azienda si occupino solo di questi aspetti, o pensino l'organizzazione del lavoro inadeguata solo per le donne, o che la maternità sia un 'problema' solo delle donne. Abbiamo solo voluto cominciare da aspetti che toccano soprattutto le donne, in particolare quando, pur investendo sul lavoro, non rinunciano ad un progetto di vita intero.

Ci interessa vedere come ognuna ha aperto spazi di cambiamento nella realtà aziendale, muovendosi tra i vincoli esistenti. Vogliamo ragionare soprattutto sui loro criteri, perché è da lì ognuna può costruire soluzioni ai problemi che portino anche un cambiamento di politiche e di cultura aziendale.

4 commenti:

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